Il Ticino è uno dei Cantoni più motorizzati. Tant’è che i ticinesi sono stati spesso indicati in passato come una comunità poco virtuosa in fatto di mobilità, poco attenta alle conseguenze ambientali dell’elevato tasso di motorizzazione. Ebbene, questo cliché sembra destinato ad essere modificato, se non abbandonato. L’evoluzione recente segna infatti un’inversione di tendenza. I dati sono stati pubblicati un mese fa dalla Sezione cantonale della circolazione. Cosa ci dicono? Prima di tutto l’evoluzione del parco delle automobili negli ultimi cinque anni: nel 2011 c’erano in Ticino 206’868 vetture; all’inizio del 2016 erano 224’322. Un aumento dell’8,4%. Teniamo presente che il Ticino ha 350mila abitanti. Ma attenzione: il gettito dell’imposta di circolazione è in diminuzione. Perché? Dal 2014 l’imposta è calcolata tenendo conto dell’inquinamento causato dalle automobili, in particolare delle emissioni di CO2 (ecoincentivi). Ci sono più automobili, ma automobili sempre meno inquinanti. Così, l’imposta media di circolazione per singola vettura, dopo essere salita da 444 a 469 franchi dal 2011 al 2013, è scesa a 464 nel 2014, 463 nel 2015 e quest’anno a 451 franchi. Anche il gettito complessivo per quest’anno è stimato in calo (da 102,3 a 101,2 milioni di franchi). “Ciò dimostra che la politica adottata dal Cantone (…) risulta efficace nel promuovere la trasformazione del parco veicoli ticinese e l’acquisto di vetture sempre meno inquinanti” ha commentato la Sezione della circolazione nel pubblicare i dati. Al di là delle cifre, questo dimostra due cose: a) l’evoluzione tecnologica permette di conciliare una crescente mobilità con un miglioramento delle condizioni ambientali; i dati sull’inquinamento dell’aria in Ticino lo confermano (c’è una costante diminuzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti nell’aria); b) non è necessario limitare la libertà di spostamento del cittadino: uno sviluppo sostenibile della mobilità può essere infatti conseguito con incentivi, senza divieti, secondo una concezione liberale della società. Il catastrofismo ambientalista, che è la premessa ideologica della società dei divieti, è smentito dalla realtà dei fatti. Ciò che possiamo misurare ci dice che il nostro territorio e il nostro ambiente migliorano, non che peggiorano. Questo è dimostrato ora anche per una comunità, ritenuta indisciplinata e poco sensibile all’ambiente, come quella ticinese. Un cliché da mettere in soffitta. I Ticinesi son bravi automobilisti, dunque.

Marina Masoni / Articolo apparso sulla NZZ am Sonntag il 6 marzo 2016 con il titolo “Bravi Automobilisti”

Pubblicato il: 11/03/2016