Intervista all’Avv. e notaio Marina Masoni, già Consigliera di Stato (a capo del Dipartimento delle finanze e dell’economia del Canton Ticino), attualmente Presidente di “Ticino Moda” e Presidente e Delegata del Consiglio di Amministrazione della “Magazzini Generali con Punto Franco SA” di Chiasso. Insomma, una donna ticinese, della quale tutto il Ticino può andar fiero!
Incontriamo Marina Masoni, che gentilmente ha concesso di rilasciarci questa intervista per “INFO pmi”.
Signora Masoni, la “Magazzini Generali con Punto Franco SA” di Chiasso a dicembre di quest’anno festeggerà i 100 anni di attività. La sua famiglia ha segnato un lungo periodo di questa centenaria esistenza…
Sì, perché fin dall’inizio è stata e tuttora è fortemente convinta che offrire servizi e spazi a chi deve spostare merci (che richiedono determinate elaborazioni) da un paese all’altro, per rispondere alla clientela, sia un compito fondamentale in un’economia di mercato. Non basta produrre, non è sufficiente che vi sia domanda di beni, incentivata anche dalla promozione: è indispensabile un meccanismo che permetta di collegare questi due poli, anche attraverso le barriere statali, cioè le frontiere. La Magazzini Generali fa proprio questo. Il Punto Franco trasforma la dogana da barriera e punto di passaggio a spazio in cui si fa economia. Come ha scritto molto bene, nel libro del centenario, Andrea Debernardi, un punto franco non sta né di qua, né di là: in origine è uno spazio economico autonomo. In questo secolo si è trasformato e adeguato più volte, cambiando nome e anche contenuti. E si adeguerà ancora. Oggi è un deposito franco doganale: un deposito che permette alle grandi aziende, ma soprattutto alle piccole e medie aziende che non avrebbero i numeri per altre forme di deposito doganale (in particolare il deposito doganale aperto), di usufruire del controllo doganale in attesa di sdoganamento. Per chi ha fiducia nelle virtù della libera impresa e del libero scambio, questa è un’idea affascinante.
Di qui il solido attaccamento all’azienda. Attaccamento anche emotivo, che in questo percorso centenario ha avuto un ruolo importante.
Durante questi 100 anni vi sono stati straordinari progressi scientifici, tecnici, culturali, sociali, economici e politici. Come ha affrontato la “Magazzini Generali con Punto Franco SA” queste evoluzioni?
Ci sono stati momenti di grande preoccupazione, ma sono stati affrontati senza paura, con coraggio unito al senso di responsabilità. Il che significa innovare sulla base di una solida e profonda conoscenza del territorio, delle esigenze dei mercati, dei progressi tecnici, ben sapendo anche che in certi periodi vi possono essere involuzioni, condizionamenti negativi. La Magazzini Generali è nata subito dopo la Grande guerra, ha attraversato la stagione dei totalitarismi in Europa, la Seconda guerra mondiale e poi la ricostruzione, per immergersi nella rinascita del Vecchio continente. Lo ha fatto da azienda attiva in un paese neutrale, federalistico, fondato sulla libertà d’impresa, regolata a volte tanto, a volte troppo, a volte meno, dallo Stato. I progressi tecnici sono necessari per poter fare impresa in modo adeguato a ciò che i clienti chiedono. Chi rifiuta i progressi tecnici oppure non si accorge della loro rilevanza, non può taglia il traguardo dei cent’anni. Naturalmente poi, ci vuole anche una certa dose di fortuna, ma possiamo dire che, in economia, i centenari sono e devono essere i più aperti ai cambiamenti e alle innovazioni. Nei primi 100 anni, l’attività della Magazzini Generali si è trasformata: nei prossimi 100 dovrà farlo ancora più radicalmente.
Quale significato assume il termine “Punto Franco”? Sembrerebbe una chiusura, ma forse si tratta di un collegamento fra la Svizzera/il Ticino e l’Italia?
Lo dice la parola: franco, libero. In origine era proprio questo il senso dei punti franchi svizzeri. Nel nostro caso sul confine tra Ticino e Italia, né di qua né di là, come abbiamo visto. Proprio uno spazio economico autonomo. Oggi, molto è cambiato e continua a cambiare, ma rimane fondamentale il concetto e principio di apertura. Siamo al servizio di chi produce beni, deve spostarli, elaborarli anche per soddisfare adeguatamente il cliente, in uno spazio in cui i tributi doganali siano sospesi fino al momento in cui la destinazione della merce sia definita.
Cosa significa essere un attore infrastrutturale e di servizio in una regione di frontiera come la nostra? Cos’è cambiato rispetto agli anni della fondazione?
È cambiato il mondo intero e soprattutto è cambiata la velocità dell’economia. È come confrontare i treni di inizio Novecento trainati dalle locomotive a vapore con i convogli moderni dell’alta velocità. Fino al lockdown avremmo detto che il destino delle merci fosse quello di essere depositate sempre meno per lunghi periodi prima di essere consegnate. E ancora oggi, il termine stesso di magazzino può sembrare fuori tempo e fuori moda, ma rimane una necessità e le capacità devono esserci. Anche se viviamo in relazioni intense con il grande mercato unico europeo fondato sulle quattro libertà di circolazione: persone, capitali, servizi e merci, appunto. Infine, la tecnologia apre scenari totalmente nuovi: pensiamo a ciò che si produce già oggi a distanza con le stampanti tridimensionali e all’avvento delle blockchain nella logistica. È un susseguirsi di rivoluzioni copernicane. Davvero un altro mondo.
Recentemente è stato pubblicato un libro in occasione del centenario della “Magazzini Generali con Punto Franco SA” (Punto Franco Chiasso 1920 – 2020, edito dalla Tarmac Publishing Mendrisio). Si tratta di un elegante volume, da considerarsi al contempo culturale in quanto riccamente fornito di testimonianze e fotografie storiche, che riprende in circa 240 pagine la storia dell’azienda.
Vuole essere un omaggio, più che meritato, a questa azienda centenaria e a tutti coloro che vi hanno contribuito. Ma il libro vuole anche guardare al futuro, cioè ai prossimi cent’anni, con lo stesso spirito imprenditoriale che ha permesso alla società di arrivare fin qui. Una piccola operazione culturale, che non sarebbe possibile se l’azienda non fosse guidata da valori imprenditoriali: uno spaccato di storia economica e architettonica del nostro paese integrato con visioni per il futuro. Niente nostalgie passatiste, dunque, ma memoria storica al servizio della progettazione e costruzione del futuro. L’apparato iconografico (compresi gli sguardi artistici di cinque fotografi contemporanei) è straordinariamente funzionale a questa filosofia. Storia e modernità: modernità su fondamenta storicamente solide.
Al termine della cronologia compresa nel libro troviamo la riproduzione di una lettera da parte del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), il quale dichiara “essenziali” le attività dell’azienda nell’ambito della pandemia generata dal COVID-19. Insomma, un motivo di andare fieri delle proprie attività, anche in questi tempi difficili!
Certamente. Pensi che quando l’azienda nacque un secolo fa il mondo era da pochissimo uscito da un’altra pandemia, ancor più grave, l’influenza spagnola, che anche in Svizzera e in Ticino fece molte vittime. Ne siamo usciti allora, e certo ne usciremo anche questa volta, dopo una prova dolorosa, per le vite che sono state portate via, le sofferenze di molte persone, le gravi restrizioni delle nostre libertà, i danni economici e sociali, i danni al nostro umanesimo. Nel frattempo la Magazzini Generali con Punto Franco SA si impegna per dare un piccolo contributo alla nuova ricostruzione, anche se è difficile prevederne tempi e modi.
Signora Masoni, lei (e la sua famiglia) seguite da tanti anni questa impresa. In base alle sue esperienze, anche in altri ambiti, cosa consiglierebbe ad un giovane imprenditore che desidera avviare un’attività in proprio, una piccola media impresa?
Un’idea chiara, una mente aperta, una volontà forte, la testa sulle spalle, la capacità di ascoltare e quella di decidere, sapendo che i conti, come i ponti, devono stare in piedi.
Marina Masoni / 27.10.2020
Pubblicato il: 08/05/2024